Stephenie Meyer – La Breve Seconda Vita di Bree Tanner

Ne sentivamo la mancanza? No. Ecco. No.

Poi si lascia leggere, ma insomma… Non aggiunge nulla alla storia, però in compenso toglie 16 euro. E non li vale. Sono 200 pagine scritte in Times New Roman OTTANTACINQUE, perciò alla fine il racconto è davvero breve. Una storiella leggera che va via in un paio di giorni, non scritta male (che, badate, non vuol dire scritta bene). Un buon affare per lei, un po’ meno per noi, decisamente pessimo per la protagonista. Arriva alla sufficienza e lì si ferma.

Parere personale quantificabile: 6

Il Nome della Rosa (Der Name der Rose)

L’ho guardato perché è un classico e non poterne parlare ti tiene fuori da molte conversazioni, tuo malgrado. Ma non mi è piaciuto. Probabilmente, come ho già supposto qualche recensione fa’, sono io che non ne capisco. Probabile, d’altra parte non ho mai fatto credere a nessuno il contrario. Però… D’accordo l’atmosfera cupa, ma non possono farmi male gli occhi perennemente. In più, alcune scene sembrano montate senza un particolare occhio di riguardo, ma giusto perché andava fatto. La suspance cresce fino alla fine quando, in un attimo, si risolve tutto e tu rimani lì a chiederti se l’hai davvero capito. Le cose sono due: o il film è enormemente sopravvalutato, oppure tu sei deficiente (nel senso che manchi di intelletto sufficiente per capirne la fine). Prediligo la seconda ipotesi, per non fare arrabbiare nessuno. Ma in fondo questo blog deve dare il mio parere e per me il film è stato pesante, noioso, lungo e sconclusionato.

Parere personale quantificabile: 5

The Twilight Saga: Eclipse

A mio parere il migliore dei tre. C’è molta più azione, accadono molte più cose, la storia d’amore per un attimo passa (finalmente) in secondo piano. (E dico finalmente perché io faccio parte del Team Jacob con tutta me stessa e non mi vergogno ad ammetterlo). Un film che vorresti vedere subito una seconda volta per gustare i dettagli che ti eri persa alla prima. Un buon lavoro che da anche ai maschietti la possibilità di apprezzare la saga, possibilità che con i due precedenti sembrava, se non impossibile, comunque molto improbabile. Lieta di questo nuovo taglio più frizzante.

Parere personale quantificabile: 7

Lella Costa - Amleto, Alice e La Traviata

Lo stile di Lella continua a piacermi molto e i suoi monologhi riescono sempre a divertirmi ed emozionarmi. Sicuramente dei tre ho preferito “La Traviata”, seguita da “Amleto” e per ultima “Alice”. Lella Costa ti istruisce attraverso la risata, forse il modo migliore per imparare. Ma ti commuove allo stesso tempo, ti introduce nella storia e ti tiene lì, ti tiene d’occhio, controlla la tua attenzione, la cattura. Mentre leggi le pagine non puoi fare a meno di immaginartela a teatro. Io, personalmente, riesco anche a sentire distintamente la sua voce nella mia mente mentre assaporo ogni frase. In un qual modo, Lella legge per me.

Parere personale quantificabile: 8

Nick Hornby - Shakespeare Scriveva per Soldi

Avevo già letto “Alta Fedeltà” di Hornby, mi era piaciuto e così ho deciso di fare una seconda esperienza con lui. Ma questo, purtroppo, non è un racconto. E’ una raccolta di rubriche che lui ha scritto, dove ogni mese parlava dei libri che aveva letto. Le hanno messe assieme e gli hanno dato un titolo.

Certo, una lettura scorrevole, forse un po’ troppe informazioni e mai quelle giuste. Intendo dire che parla di talmente tanti libri che molte cose finisce per darle scontate, quando invece per il lettore non lo sono affatto. Se avessi conosciuto prima il taglio del libro forse il mio voto sarebbe stato più alto, ma devo invece tener conto del fatto che mi aspettavo ben altro e che la quarta di copertina trae molto in inganno.

Parere personale quantificabile: 6